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Campagna crossmediale e il ruolo degli influencer

Quando dicono che tutti ormai sanno stare sui social o che tutti possono fare gli influencer, è vero. Il successo, però, è dettato dalla qualità e la qualità è nella strategia.

Per realizzare una campagna efficace, bisogna innanzitutto chiedersi a chi sia rivolta. Poi, una volta determinati i canali più appropriati per il nostro target, è necessario trovare un messaggio forte e adatto ai media utili alla campagna. La strategia è vincente se si riesce a declinare al meglio il messaggio nei vari canali.

Ogni canale, in una strategia crossmediale, ha le sue necessità: la televisione ha le sue regole, la radio e i podcast hanno le loro, i social altre ancora.

Ad ogni esigenza comunicativa corrisponde una strategia.

L’influencer marketing nel media mix dei brand

Negli ultimi anni c’è stata l’esplosione dei social e l’influencer marketing sta vivendo il suo periodo d’oro, diventando un attore primario nel media mix delle strategie crossmediali.

Il contatto diretto e orizzontale che i social lasciano percepire agli utenti fa in modo che dei content creator particolarmente affini, degli opinion leader sui temi di interesse, dei digital creator con gli stessi valori ci si fidi e ci si affezioni, tanto da rendere un loro consiglio autentico e affidabile come se provenisse da una persona fidata.

Alle aziende importa sempre meno che il numero di seguaci sia stellare, interessa che il pubblico sia affezionato e affine al target potenziale della campagna.

Quando i valori dell’influencer e della sua comunità sono in comune con il marchio, l’influencer marketing diventa vincente. 

Alle agenzie di comunicazione l’arduo compito di individuare gli influencer più indicati per valori, target, costo, numero di follower e funzionalità alla strategia. Si tratta di un lavoro spesso sottovalutato e svolto all’interno delle aziende, il quale richiede invece preparazione all’analisi e competenze specifiche, come dimostrano gli Stati Uniti dove, trattandosi di un lavoro più strutturato e riconosciuto, esistono addirittura delle agenzie specifiche di influencer marketing.

Sanremo 2024: campagne crossmediali e influencer

Degli esempi recenti e ben riusciti di influencer marketing riguardano Sanremo 2024.

Il principale evento televisivo d’Italia, paragonabile ad un Super Bowl nazionale, scatena ogni anno il desiderio dei brand di ottenere visibilità legandosi all’evento musicale.

Spotify, piattaforma leader della musica in streaming, è ricorsa alla influencer marketing ingaggiando Valeria Angione, simpatica content creator con un pubblico giovanile e affezionato. L’influencer ha intervistato i trenta cantanti in gara e ha avvicinato i suoi follower alle loro storie, al festival e alla piattaforma.

Un’operazione molto simile è stata compiuta da Coca Cola, la quale viene accostata da sempre ai momenti di leggerezza, svago e divertimento grazie ad una impeccabile tradizione pubblicitaria. La bevanda più famosa al mondo ha ritenuto utile mandare a Sanremo, nel corner Coca-Cola, due influencer con un seguito giovane e meno giovane – Camihawke e Alice Venturi – per incontrare i cantanti in gara tra aneddoti e risate, avvicinando la bevanda ad un momento di svago come quello della kermesse.

Il festival nel 2024 ha seguito il trend positivo di ascolto tra i giovani – addirittura l’88% di share tra i 18 e 24 anni – e il merito è anche dei brand che hanno saputo valorizzarlo – valorizzandosi – con strategie crossmediali e portandolo sui social.

E Laboratorio Com?

Noi siamo ricorsi all’influencer marketing durante la campagna crossmediale realizzata per l’azienda di trasporto pubblico barese Amtab, coinvolgendo il content creator Daniele Condotta.Se sei curioso di sapere come abbiamo gestito questa entusiasmante campagna, trovi tutte le informazioni qui.

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