InGen Technologies, l’ingegneria genetica che promette di far rivivere specie animali estinte, nello specifico i dinosauri. Una strategia di comunicazione senza precedenti per far credere al mondo ciò che generalmente si ritiene impossibile: ricreare attraverso un codice genetico un dinosauro mastodontico in grado di scorrazzare tra gli esseri umani.
Un gruppo di scienziati illuminati pare esserci riuscito, roba da film, direbbe qualcuno, e non avrebbe torto, perché il video virale della InGen non nasconde altro che il lancio planetario di una saga che ormai vent’anni fa ha terrorizzato e affascinato milioni di spettatori in tutto il mondo, Jurassic Park, il film che traduceva in realtà il sogno di buona parte degli adolescenti dell’epoca e risolveva, in pellicola, il rovello di tanti scienziati: è possibile clonare un dinosauro? Sono passati 23 anni da quando Steven Spielberg, il regista più portato a trasformare miti in incassi straordinari, faceva muovere velociraptor e tirannosauri così realistici per quei tempi, correva l’anno 1993, da far gridare al miracolo.
Oggi il testimone per il sequel, Jurassic World, passa a Colin Trevorrow e i nuovi dinosauri faranno ancora più paura.
La strategia della Universal è stata vincente, come riappropriarsi di quel pubblico che ha riposto i primi Jurassic Park nella videoteca dei classici per rinnovarne l’interesse? Come attirare nuove “orde” di ragazzini petulanti e indurli a “costringere” i propri genitori ad acquistare tonnellate di merchandising? Il Jurassic Park originale, oltre a portare colossi preistorici sullo schermo, si era dimostrato un colosso anche nel marketing con il celebre logo (lo scheletro di tirannosauro su sfondo rosso), apparso su qualunque oggetto vendibile, dalle t-shirt ai giocattoli.
Nel 2015 la storia si ripete con un video virale da milioni di visualizzazioni, perché le promesse di celluloide non deludono mai.