“Loro non sono come noi” è la campagna di comunicazione lanciata dalla Casa delle Culture di Bari che, attraverso video e cartellonistica, vuole promuovere l’inclusione sociale mettendo l’accento sugli stereotipi che annientano le differenze e amplificano le distanze.
Lo sguardo si ferma al capo coperto di una donna, al colore della pelle di un uomo, al bacio di due uomini, alla sedia a rotelle di una giovane donna.
“Loro non sono come noi” è un alibi, una via di fuga dal comprendere le differenze e condividere le somiglianze.
Casa delle Culture, invece, è il luogo del rispetto delle differenze e risponde allo stereotipo “Loro non sono come noi” riportando lo sguardo sulle persone, sulle donne e sugli uomini, sui nostri pregiudizi e sulle barriere che tutti dobbiamo superare per una società non razzista, non sessista, non omofoba e che rimetta al centro le donne e gli uomini, superando ogni preconcetto sul colore della pelle, sull’amore, sull’orientamento e l’identità di genere, superando l’idea di una famiglia unica e tradizionale.
Il senso della campagna, realizzata dall’agenzia barese LaboratorioCom, arriva nel finale del video diretto da Andrea Ferrante della Film Found Family e nel payoff dei manifesti pubblicitari con gli scatti fotografici di Giovanni Albore: lo stereotipo si capovolge perché loro sono come noi, perché tutti crediamo nell’essere umani.
“Loro non sono come noi” nasce per promuovere un’idea di inclusione sociale già nel lettering utilizzato nel concept grafico della campagna, caratteri diversi l’uno dall’altro, come i protagonisti degli scatti e del video, per sottolineare l’importanza di ognuna/o e quanto le differenze siano necessarie per la costruzione di un NOI e non motivo di divisione.
L’obiettivo di Casa delle Culture, servizio finanziato dall’Assessorato al Welfare del Comune di Bari e gestito da Consorzio Elpendù, Cooperativa Sociale C.A.P.S., Associazione Abusuan e Associazione GLR, è quello di promuovere la ricchezza delle differenze per combattere i pregiudizi, una battaglia culturale e sociale e politica che all’indomani di un’epidemia che ci ha scoperti fragili e tutti esposti al pericolo è oggi ancora più importante e significativa.