Viral Marketing per promuovere un film, più facile esserne influenzati che spiegarne i meccanismi. Per The Dark Knight Rises, ultima pellicola della trilogia di Batman partita nel 2005, ne è stato fatto largo impiego. Nolan, Warner Bros e Dc Comics non sono stati i primi ad impiegare questa strategia per creare una febbrile attesa prima dell’uscita del film nelle sale. Una campagna martellante, tesa a incuriosire il pubblico senza fargli scoprire quasi nulla, è stata alla base, tra gli esempi più eclatanti, del lancio di The Blair Witch Project, diventato un vero e proprio caso, non solo cinematografico.
La campagna virale per questa pellicola fu architettata in ogni dettaglio, tanto che, mesi prima dell’uscita del film, i tre protagonisti della storia, attori sconosciuti che utilizzarono il proprio vero nome, cominciarono a comparire su manifesti diffusi per ritrovare persone scomparse. Tutta la pellicola venne spacciata per un documentario girato dai tre ragazzi spariti nel nulla. Ce n’era abbastanza per creare un tormentone sulla sorte dei tre malcapitati, il successo fu planetario. Dopo altri esempi più o meno riusciti ecco che il viral marketing ritorna in pompa magna per l’ultimo capitolo della trilogia del Batman di Nolan, che già aveva largamente utilizzato il mezzo con la WB per Batman Begins.
Per alimentare la bat-mania il primo indizio da sfruttare è stato ovviamente quello del cattivo di turno. Il “Totovillain” è fondamentale per ogni film seriale tratto da un fumetto: dopo la straordinaria interpretazione del Joker di Heath Ledger, scomparso poco dopo la fine delle riprese, era necessario trovare un degno erede che seminasse il terrore a Gotham City. Voci sulle probabili star in lizza si accavallano mentre la Warner studiava un piano per svelare a poco a poco il futuro nemico di Batman con piccoli indizi, parte così una campagna mediatica simile a quella utilizzata per svelare la prima immagine di Joker. Viene lanciato in rete il sito ufficiale del film http://www.thedarkknightrises.com/ su cui compare esclusivamente una schermata nera accompagnata da un motivo sinistro, il canto di una setta, probabilemente quella delle Ombre, da cui lo stesso Batman proviene.
Il file audio legato al canto nasconde alcune parole presto rivelate: The fire rises, il fuoco cresce, un messaggio che rimanda a un account twitter omonimo, ogni tweet corrisponde al pixel di un’immagine, in poco tempo l’identità del nuovo super cattivo è rivelata: Bane, il mercenario con la maschera in stile Darth Vader.
continua…
Viral Marketing per promuovere un film, più facile esserne influenzati che spiegarne i meccanismi. Per The Dark Knight Rises, ultima pellicola della trilogia di Batman partita nel 2005, ne è stato fatto largo impiego. Nolan, Warner Bros e Dc Comics non sono stati i primi ad impiegare questa strategia per creare una febbrile attesa prima dell’uscita del film nelle sale. Una campagna martellante, tesa a incuriosire il pubblico senza fargli scoprire quasi nulla, è stata alla base, tra gli esempi più eclatanti, del lancio di The Blair Witch Project, diventato un vero e proprio caso, non solo cinematografico.
La campagna virale per questa pellicola fu architettata in ogni dettaglio, tanto che, mesi prima dell’uscita del film, i tre protagonisti della storia, attori sconosciuti che utilizzarono il proprio vero nome, cominciarono a comparire su manifesti diffusi per ritrovare persone scomparse. Tutta la pellicola venne spacciata per un documentario girato dai tre ragazzi spariti nel nulla. Ce n’era abbastanza per creare un tormentone sulla sorte dei tre malcapitati, il successo fu planetario. Dopo altri esempi più o meno riusciti ecco che il viral marketing ritorna in pompa magna per l’ultimo capitolo della trilogia del Batman di Nolan, che già aveva largamente utilizzato il mezzo con la WB per Batman Begins.
Per alimentare la bat-mania il primo indizio da sfruttare è stato ovviamente quello del cattivo di turno. Il “Totovillain” è fondamentale per ogni film seriale tratto da un fumetto: dopo la straordinaria interpretazione del Joker di Heath Ledger, scomparso poco dopo la fine delle riprese, era necessario trovare un degno erede che seminasse il terrore a Gotham City. Voci sulle probabili star in lizza si accavallano mentre la Warner studiava un piano per svelare a poco a poco il futuro nemico di Batman con piccoli indizi, parte così una campagna mediatica simile a quella utilizzata per svelare la prima immagine di Joker. Viene lanciato in rete il sito ufficiale del film http://www.thedarkknightrises.com/ su cui compare esclusivamente una schermata nera accompagnata da un motivo sinistro, il canto di una setta, probabilemente quella delle Ombre, da cui lo stesso Batman proviene.
Il file audio legato al canto nasconde alcune parole presto rivelate: The fire rises, il fuoco cresce, un messaggio che rimanda a un account twitter omonimo, ogni tweet corrisponde al pixel di un’immagine, in poco tempo l’identità del nuovo super cattivo è rivelata: Bane, il mercenario con la maschera in stile Darth Vader.
continua…